Ha
preso l'avvio,
il 10 u.s. a palazzo Armao in Santo Stefano di Camastra, “Pirandello
e le maschere” del Maestro Ceramista Giuseppe Prinzi.
I traguardi sono ambiziosi: essere la prima
tappa di una mostra itinerante in occasione del 150°
anniversario della nascita (ma il 10 dicembre è l'ottantunesimo
anniversario della morte) del grande autore girgentino; lasciare
un'opera ispirata a “Pirandello e le maschere” a Kaos c/o
Agrigento nella casa
natale di Luigi Pirandello.
Classe '62, Giuseppe
Prinzi,
non è stato alunno diretto di Ciro
Michele Esposito,
suoi professori sono stati Ignazio
Orifici
per il disegno dal vero, Rocco
Famularo
per la pittura, Salvatore
Mirenda
per il tornio, Giovanna
Franco
per la modellazione. Ciro
Michele Esposito
tuttavia, un gentiluomo di altri tempi, è però un riferimento
di grande umanità,
uno straordinario riferimento artistico, e, soprattutto, il
coordinatore e l'indirizzatore
delle linee artistiche della scuola.
La linea e le forme, la cura dei particolari insieme alla
considerazione dell'opera nella sua totalità sono il lascito
prezioso di Ciro Michele, insieme alla vicinanza umana a tutti:
“quando già lavoravo – ricorda Giuseppe - veniva a trovarmi al
mio laboratorio”. La
tecnica preferita di Prinzi è la stessa di Ciro Michele: “a gran
fuoco”. I colori sono invece il verderame, il manganese,
gialloarancio e malto opaco.
All'occasione non sono disdegnate anche
tecniche particolari come il “terzo fuoco” usato per il piccolo
grande capolavoro “Malinconia”
in
platino e oro.
L'ideale
ispiratore artistico di Giuseppe Prinzi è collocato “oltre”,
oltre una realtà la cui riproduzione ormai è ambito della
perfezionatissima fotografia. Un
“oltre” in cui ritroviamo il grande Giorgio De Chirico,
ma in De Chirico abbiamo spesso il richiamo alla classicità
artistica, specie greca ed in Grecia a Volo De Chirico era nato, ed
una parentesi
classicistica michelangiolesca ha avuto negli anni '80 anche Giuseppe
Prinzi.
L' “oltre” accosta
artisticamente Prinzi a De Chirico, ma anche
all' “oltre”
la realtà, che è spesso maschera come vuole Nietzsche, il grande
Filosofo tedesco formatosi alla stessa Università e facoltà di
Pirandello: la “Friedrich Wilhelm Universitaet” di Bonn, facoltà
di Filologia.
Prima che a Bonn, da
ragazzo Pirandello è passato da S. Stefano di Camastra ed è rimasto
impressionato dal fumo delle fornaci e dalle giare
che si producevano al punto di ispirarsene
poi per l'omonima novella:
“ne aveva ordinato a tempo una sesta più capace a S. Stefano di
Camastra, dove si fabbricavano: alta a petto d'uomo, bella panciuta e
maestosa, che fosse delle altre cinque la badessa”. Da qui
l'iniziativa di Annunziata
Fratantoni di fare dei volti per il 150° della nascita e quindi il
coinvolgimento di Giuseppe Prinzi
da sempre grande estimatore: “di
Pirandello mi ha sempre colpito il valore etico:
il suo essere sempre stato vicino alla moglie
anche quando questa è
divenuta malata; l'approccio
con le persone ed il suo metterne in luce l'idiosincrasia tra la
realtà e la maschera; l'incapacità spessissimo di essere sé stessi
e perciò assumere maschere, salvo poi non essere capaci neppure di
una coerenza con queste...”.
Nel trittico
realizzato da Prinzi
“i
volti
– osserva Annunziata
Fratantoni
- sembrano
tenuti simbolicamente insieme dal collante alchemico sollevato al
cielo dal misterioso Zirafa e ci conducono in vortici lineari e
pluridirezionali alla freudiana immagine maschera di Pirandello”
La passione per l'Arte, l'Istituto d'Arte “Ciro Michele Esposito”,
Santo Stefano di Camastra e Pirandello accomunano Giuseppe Prinzi a
suo figlio
Giovanni,
recentemente licenziatosi Incisore all'Accademia delle Belle Arti di
Palermo: l'ultima
di copertina della brochure di
presentazione è sua ed è
decisamente un capolavoro. China ed acquarello secondo l'insegnamento
del Maestro Sandro Bracchitta, ed i colori preferiti di Giovanni:
rosso arancio e giallo.
Altamente professionale la rifinitura e bellissimo l'esito. Infine, a
livello amministrativo, va ricordato il contributo della Consigliera
Nina
Mingari.
La mostra a palazzo Armao è in contemporanea a quella dei presepi ed
aperta sino al 31 gennaio.
francesco
latteri scholten.
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