lunedì 19 giugno 2017

Santo Stefano di Camastra, Ciro Michele Esposito: caduta del fascismo e ascesa artistica.


Sono messe in disparte con la caduta del regime fascista le tesi di Cesare Lombroso, oggi peraltro totalmente destituite di qualsiasi valore scientifico. Esse volevano costruire una sorta di nuova fisiognomica partendo dal presupposto che i criminali mostrino caratteri somatici peculiari ed atavici, prova della degenerazione di un gruppo umano. Questi caratteri sarebbero ben ravvisabili anche in poeti, artisti e letterati appartenenti al simbolismo, all'espressionismo e ad altre correnti artistiche tutte non fasciste doc. Le loro opere, ovviamente, prova di questo. Ecco come dunque l'arte di tipologia moderna va ad identificarsi con quella di Domenico Rambelli e quella classica con gli autori quattrocenteschi. E, l'espressione somma in cui tutto culmina , è la “Testa del Duce”. Dal Lombroso la concezione è ripresa da 


Max Nordau e con lui da Adolf Hitler in persona. .. Con la caduta del nazifascismo ed in anni successivi con la dimostrazione della falsità degli assunti del Lombroso cade la presunta verità che sosteneva tutta quella concezione artistica. Rifiorisce l'Arte e gli Artisti, specie quelli messi in ombra o addirittura perseguitati dal regime. Nella Sicilia nebroidea il nome che si impone, specie nel settore ceramico, è quello di Ciro Michele Esposito. Talento grande della Scuola di Faenza, pupillo di Ballardini, ma destinato alla allora disastrata Scuola di Santo Stefano di Camastra, per di più senza stipendio. Sul piano tecnico e qualitativo le opere Ciro Michele sono senz'altro superiori a quelle di un Rambelli, o di un Bucci, ovvero dei suoi Professori di Faenza. Esse però sul piano estetico ed espressivo richiamano, tramite 


Maurizio Korach (suo Maestro, sempre a Faenza e che sarà tra i partigiani), tipologie mitologiche o addirittura junghiane : imperdonabile per le concezioni lombrosiane. Già nel 1947, alla Fiera di Messina, lo straordinario valore tecnico qualitativo e la bellezza artistica diversa cominciano a fare scalpore. Da allora inizia un crescendo inarrestabile che le qualità umane ed il senso civico di Ciro Michele rifiutano di avocare a sé, ma che egli, naturaliter, estende agli altri artisti: professori, alunni, a tutta la Scuola. Il successo è per i Nebrodi con il riconoscimento ufficiale della Scuola d'Arte nel 1951. La capacità di dare forma a tipologie e connotazioni universali, in unione a tecniche particolari di 


trattamento delle colorazioni con metalli pesanti (soprattutto il Cromo) e l'uso della diversa possibilità di ossidazione con la tecnica a “Gran Fuoco” si estrinsecano in capolavori unici: “Bombolo mascherone”, simbolo di ridente solarità; la bellissima “Maternità” (esposta alla Fiera di New York del 1952 e poi al Modern Art Museum sempre di NY) e “Sogno di maternità”; “Gallo Sole”, una delle preferite di Ciro Michele, con cui amava farsi fotografare; la stupenda “Leda con il cigno” … Sono opere dal fascino irresistibile che sucita una attrazione che varca presto le frontiere non solo provinciali e regionali, ma anche quelle nazionali. C'è ammirazione alla Fiera internazionale di Francoforte e di Toronto del 1952. La Fiera internazionale di New York dello stesso anno, una delle edizioni più celebri 


di questa manifestazione, che segnerà il lancio di Andy Warhol o delle immagini iconiche di Marylin Monroe, ne decreta non solo il successo, ma affascinata, tratterrà ancora per qualche tempo “Maternità” ed altre opere presso il Modern Art Museum...
francesco latteri scholten