manifestare qualcosa che invero è già in noi quale Archetipo. Ed invero tra gl'Archetipi di Karl Gustav Jung - il più grande alchimista del Novecento - e Ciro Michele Esposito un legame c'è, e segnatamente c'è un luogo, Faenza (capitale italiana dell'arte ceramica e della sua scuola) e due personaggi d'eccezione: l'ungherese di cultura tedesca e di origine ebraica Maurizio Korach e Gaetano Ballardini. Il primo, nato nel 1888, tecnico ceramico ed ingegnere chimico, era giunto a Padova nel 1911 per trasferirsi a Faenza dopo il primo conflitto mondiale. Lì aveva insegnato tecnica ceramica. Ma Korach, allievo di Vincenzo Wartha, era una personalità assai ecclettica, era ad es. anche germanista ed era legato all' Alchimia, da un lato,
tramite la chimica alla tradizione alchemica "materiale", dall'altro a quella "Spirituale" che aveva all'epoca in Jung il suo rappresentante più illustre. E, proprio ai "Colloqui di Eranos" di Jung, iniziati grazie ad Olga Froebe Kapteyn su ispirazione di Rudolf Otto, capiterà poi di partecipare anche a Maurizio Korach. Ciro Michele Esposito giunge a Faenza diciasettenne, ovvero nel 1929, 4 anni dopo che Korach si è trasferito all'Università di Bologna, quando a Faenza è direttore Gaetano Ballardini che sarà il "Padre per l'ispirazione artistica" (ma anche riferimento "spirituale" ed affettivo) riconosciuto di Ciro Michele Esposito e per il quale quest'ultimo sarà come un figlio. Tuttavia l'influsso di Korach sulla scuola di
Faenza, sotto diversi e molteplici aspetti, fu notevolissimo come del resto aveva pubblicamente riconosciuto lo stesso Ballardini già nel 1922. Il legame di Ballardini con Korach da un lato e con Esposito dall'altro, porta a conoscenza e vicinanza tra i due. E' il 1938 a segnare le separazioni: Maurizio Korach a seguito delle leggi razziali deve lasciare l'Italia ma vi tornerà clandestinamente tra le fila dei partigiani e partigiano anche lui; Ciro Michele Esposito giunge a S. Stefano di Camastra nei Nebrodi a dirigere la Scuola di Ceramica; Gaetano Ballardini rimane a Faenza. Con Korach, dopo il secondo conflitto mondiale, Ciro Michele si incontrerà proprio a S. Stefano di Camastra, in occasione di un viaggio in Sicilia di Maurizio prima del rientro in Ungheria. I due Maestri, Gaetano Ballardini e Maurizio Korach, plasmeranno in modo indelebile i modelli, le tipologie e l'espressione artistica e la tecnica di Ciro Michele Esposito. La matrice archetipica, a prescindere da genealogie e paternità artistiche, è del resto ben visibile in tantissime opere del Maestro di S. Stefano di Camastra: da "la famiglia", a "bombolo mascherone", a "Le stagioni", "Maternità", "Gatto rosso", "Gallo sole", al bellissimo "Leda col cigno" e tante altre. Tutte ispirano ed attraggono alla trascendenza, ma in tutte è manifestato qualcosa che è già prima...
francesco latteri scholten
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